Roberto Laneri

Compositor

BLUESPRINTS-MUSICA FINTA


Memorie di una musica che ha cambiato il mondo

Un lavoro disponibile in varie forme: come un recital per sax soprano e pianoforte, eventualmente integrato da parti elettroniche preregistrate; come uno spettacolo multimediale con immagini di Alberto Tessore, voce registrata di Ottavia Fusco o Alana Ferry (versione in italiano e in inglese), testi di Roberto Laneri, tratti da “Hear Me Talkin’ To Ya” (a cura di Nat Shapiro e Nat Hentoff, e di Julio Cortàzar (da “The Pursuer”).

Le prime composizioni musicali in occidente,dal 1100 d.C. fin quasi al 1600, erano costruite su una base preesistente e largamente nota (cantus firmus). Negli spazi lasciate da partiture a volte solo tracciate, l’esecutore aveva la possibilità di inserire alcuni cambiamenti che potevano far assumere al testo esiti diversi, secondo il complesso di regole della musica ficta o musica falsa (“causa pulchritudinis vel necessitatis”) descritta ad esempio nell’Introductio Musicae di Giovanni di Garlandia. Un’interpretazione estrema della musica falsa è ipotizzata nella teoria del “cromatismo segreto” del Lowinsky, secondo la quale alcuni pezzi erano concepiti in modo da supportare due letture, una essoterica e l’altra esoterica. In quest’ultimo caso, applicando le indicazioni della musica falsa era possibile pervenire, attraverso una serie di scarti obbligati, ad una versione del testo il cui senso armonico poteva risultare fortemente diverso dall’originale. Suonando al sax soprano alcuni rags di Scott Joplin ho provato ad introdurre dei cambiamenti nel testo, dapprima minimi, poi sempre più articolati, fino ad arrivare alla composizione di pezzi autonomi e paralleli, da suonarsi assieme ai pezzi originali. L’effetto di questa estremizzazione è paragonabile alle prospettive impossibili di Escher, oppure ai disegni tridimensionali generati al computer, dai quali possono emergere immagini complementari eppur assai diverse da quelle immediatamente apparenti. Questa sorta di “variazione con tema” è proseguita con altre musiche, di Schubert, Schumann, Jelly Roll Morton, rivisitando in un’ottica tutta personale la vicenda della nascita del jazz. All’interno di questo lavoro c’è comunque l’omaggio (a volte esplicito, a volte implicito nella pronuncia e nel fraseggio non propriamente classici) ai primi musicisti che ho amato: Sidney Bechet, Jelly Roll Morton, Louis Armstrong, Johnny Hodges.

Questo lavoro nella sua versione multimediale rievoca tramite suoni e immagini il clima in cui tra la fine dell’ottocento e l’inizio del ‘900 ha avuto origine la musica afroamericana: le voci della natura e gli spiriti dell’Africa, i primi blues, la musica europea dell’ottocento (Schubert, Schumann), i primi grandi solisti (Jelly Roll Morton, Louis Armstrong, James P. Johnson, Sidney Bechet). Per quanto riguarda la musica, la parte elettronica (le bluesprints) è composta da campionamenti di musiche dell’epoca elaborati e manipolati. I fruscii delle registrazioni originali sono stati mantenuti, come l’equivalente sonoro della grana e delle imperfezioni nelle stampe di vecchie foto. Le parti live (la musica finta) consistono di musiche per sax scritte su altre musiche (di Schumann, Schubert, Scott Joplin, Jelly Roll Morton), da eseguirsi assieme ai pezzi originali per pianoforte. Parallelamente agli interventi sonori scorrono le immagini di Alberto Tessore:

1.PROLOGO: dopo un’introduzione live basata sul primo brano dei Kinderszenen di Schumann (“Di uomini e paesi lontani”), questo episodio rievoca le lontane origini africane, nate negli ombrosi misteri della foresta e giunte in America a bordo delle navi dei mercanti di schiavi.

2. ALL THESE RAINY DAYS: le piantagioni attorno alla foce del Mississippi dove la musica nasceva dal lavoro degli schiavi neri.

3. LADIES SING THE BLUES: l’ambiente urbano dei bassifondi di New Orleans, a cui giungono le prime blues singers dalle campagne circostanti.

4. JELLY ROLL, THE SPANISH TINGE: gli splendidi bordelli del quartiere a luci rosse, luoghi di lusso e di cultura, dove si esibivano pianisti della classe di Jelly Roll Morton.

5. LIVE MUSIC 1: la musica finta si sovrappone a The Crave (un pezzo spagnoleggiante di Jelly Roll Morton), un walzer di Schubert, Solace (l’unico tango di Scott Joplin, sottotitolato Mexican Serenade), ed al ben noto Entertainer, sempre di Joplin.

6. LOUIS THE GREAT: un omaggio al grande LOUIS ARMSTRONG in un tripudio di gialli che fa rivivere il trionfo della tromba e degli ottoni.

7. LIVE MUSIC 2: in questa seconda trancia anche la musica finta si ispira allo stile di Armstrong, prendendo come spunto pezzi pù dinamici, come Mister Joe di Morton, Magnetic Rag di Joplin, un altro walzer di Schubert e Original Rags, ancora di Joplin.

8. THE TENDERLOIN DISCTRICT: lo sprofondarsi in un bordello dove le eroine del piacere vengono presentate con i loro nomi d’arte, tra il fluire ininterrotto delle note di James P. Johnson che sconvolgono la mente e i sensi.

9. SIDNEY “LE DIEU”: l’uscita dalla casa del piacere, seguendo il ritmo dell’improvvisazione per volare in un cielo artificiale in compagnia di Bechet “le Dieu” che volteggia tra nuvole, strumenti e donne di sogno.

SCHEDA TECNICA


BLUESPRINTS in forma di concerto: pianoforte a coda, accordato prima dell’esecuzione 3 leggii, impianto di amplificazione (necessario nel caso di una sala di grandi dimensioni, da concordare).

BLUESPRINTS come spettacolo multimediale: come sopra, più 5 leggìi con relative luci, impianto di amplificazione: mixer minimo 12 canali, 2 casse monitor, 5 microfoni, lettore CD, videoproiettore. Le esigenze di proiezione variano a seconda dello spazio (schermo da proiezione, muro bianco, etc.) e vanno concordate caso per caso. Il buio totale in sala è comunque una necessità.

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